Grazie a tutti quelli che hanno sostenuto questo progetto

Dopo queste elezioni europee voglio esprimere il mio ringraziamento a tutti quelli che hanno votato Sinistra e Libertà, e che mi hanno dato la loro preferenza, per aver concesso la loro fiducia ad una lista che a soli due mesi dalla nascita ha conquistato un consenso pari a quello raggiunto da liste presenti da oltre vent’anni sulla scena politica italiana. In Trentino Sinistra e Libertà si attesta sul 2,5 %, nella città di Trento abbiamo ottenuto un confortante 3,3%, in Alto Adige Sinistra e Libertà supera il 10% ! Complessivamente si tratta di un dato molto interessante, che dimostra come la camicia di forza del sistema bipolare non regga. L’esito elettorale, inoltre, mette in luce la sofferenza del PD e segna la prima crepa dell’egemonia berlusconiana. Nonostante il mancato raggiungimento del quorum da parte di Sinistra e Liberta’, è da considerare positivo il risultato elettorale di una forza politica che ha soli 60 giorni di vita, e che ha visto tutta l’informazione, pubblica e privata, mettere il burka a quella che è stata la vera novità politica di queste elezioni. Nel nostro Paese c’è sicuramente lo spazio per una grande sinistra plurale, piuttosto che per tanti partiti che custodiscano gelosamente il proprio dna. Un partito di Sinistra del XXI secolo deve avere molte voci e molti occhi per interpretare correttamente il cambiamento, e deve avere persone capaci di saltare l’ostacolo dei simboli pur portandosi la propria storia nel cuore. Abbiamo aperto un cantiere per una sinistra nuova, che affronti un percorso che non puo’ e non deve concludersi con questo voto europeo. Un cantiere che faccia fiorire il nostro progetto politico basato sui valori della laicità, dell’ecologia, del lavoro, dei diritti, in alleanza con le tante forze pensanti, critiche, razionali e propositive della società italiana, una societa’ da lungo tempo delusa, ma con la voglia di ricostruire una grande sinistra italiana. A tutti loro va il mio grazie, ed il mio appello a volere lavorare insieme.

Con i miei piu’ cordiali saluti,
Emilio Arisi

Perchè "Sinistra e Libertà" porti una sinistra nuova nelle coscienze di ognuno di noi

In questo momento le elezioni per il Parlamento Europeo sono in corso. Qualunque sia il risultato che ne verrà per “Sinistra e Libertà“, vorrei ribadire a tutti coloro che mi hanno sostenuto con passione, a quelli che mi hanno aiutato da ogni angolo della circoscrizione elettorale nord-orientale, a quelli che sono usciti da partiti storici per abbracciare una nuova via per essere di sinistra, a quelli che mi hanno dato il loro voto ed a quelli che me lo stanno dando, a quelli che me lo danno “solo per la persona”, ma anche a quelli che nel continuo dubbio se darmelo o no hanno preferito restare fedeli alla loro “chiesa”, a tutte queste persone vorrei dire in modo chiaro che questa esperienza politica non si chiudera’ semplicemente con la chiusura delle urne stasera alle 22, ne’ con la conoscenza del risultato che sapremo nel corso della notte. A tutte queste persone e’ mio dovere dire che continueremo e ci ritroveremo a costruire un rinnovato pensiero politico di sinistra.
In questa vorticosa e breve campagna elettorale ho incontrato persone e problemi, sofferenze e bisogni. Ho incontrato giovani con la voglia di far rinascere una sinistra critica e pulita, meno giovani con la saggezza della maturata esigenza di fare un salto in avanti, vicini ai problemi della gente, senza dimenticare il proprio passato, ma pronti a saltare l’ostacolo delle divisioni per credere in una sinistra nuova, unitaria, decisamente laica, libertaria, ambientalista, attenta alla pulizia delle coscienze, attenta ai diritti dei cittadini, ai diritti delle donne, ai diritti dei giovani, ai diritti del lavoro, alle esigenze della ricerca e della cultura. Questo immenso patrimonio di umanita’, di passione politica e sociale, di amore per la soluzione dei problemi del mondo non puo’ andare disperso perche’ un percento si e’ oppure non si e’ ottenuto. Questo patrimonio di umanita’, sensibile ai problemi veri della gente comune, costituira’ l’anima nobile di una SINISTRA NUOVA, capace di convogliare tutti coloro che vogliano essere liberi nelle coscienze, nel pensiero e nella azione. Perche’ SINISTRA E’ LIBERTA’.

Agostino Catalano: "Io andrò a votare. Voto Arisi e Sinistra e Libertà"

Ho avuto una vita fortunata. La sorte mi ha concesso di essere attivo nei movimenti che hanno caratterizzato le lotte e le conquiste operaie, di partecipare alle battaglie laiche, di civiltà, che hanno introdotto nel nostro ordinamento il divorzio e l’aborto, di veder nascere i movimenti di emancipazione della donna che avevo difficoltà a capire e vivere la ricchezza di tali percorsi,. Ho vissuto fasi più recenti della nostra politica, meno esaltanti: le lacerazioni della sinistra, il suo spaesamento, l’abbandono da parte dell’elettorato e l’attesa di una risacca che non ci restituiva la politica o forse il voto e anche cocenti delusioni. Poi ho estratto anche il biglietto sbagliato alla lotteria della “sfiga”, proprio io che ero fortunato.
Cari compagni la situazione non cambia da sola, va cambiata. Non abbiamo più certezze ma dobbiamo recuperare gli ideali che ci hanno animati. Io voglio esserci, partecipare anche a questa nuova battaglia per i diritti, l’ambiente, l’ecologia delle coscienze. Non voglio arrendermi al conformismo del voto utile. Sono in campo per una nuova Sinistra, per la Libertà, per tornare a rappresentare diritti, civiltà e convivenza.
Io al 6 e 7 giugno andrò a votare. La mia scelta vuol essere un sogno con i piedi per terra e questa scelta mi sembra ben rappresentata da un galantuomo come il laico Emilio Arisi e dalla nuova sinistra, che si è mossa nella formazione delle liste per il superamento del ceto politico. Il mio voto è per questa Nuova Sinistra rappresentata da “Sinistra e libertà” e credo che metterò nell’urna una scheda fortunata.

Agostino Catalano

Arisi chiede l'iscrizione all'ANPI di Carpi

Al Presidente ANPI di Carpi
Cesare Galantini

Dopo aver partecipato alla Conferenza di Organizzazione tenutasi nel Municipio di Carpi il 16 maggio u.s. chiedo di aderire all’ANPI. In un momento cosi’ difficile della nostra storia, in cui una grave crisi economica e sociale si associa ad un notevole appiattimento dei valori ed a pesanti attacchi all’ordinamento democratico e costituzionale, c’e’ ancora un grande bisogno di richiamare i valori della Resistenza.
L’ANPI incarna e difende questi valori, anche nel ricordo di coloro che questa Italia hanno voluto, con la lotta delle idee ed il sacrificio della loro esistenza.
Penso ai tanti volti sconosciuti e noti, che hanno animato quelle vicende, e penso anche con grande commozione a coloro che nella mia famiglia hanno combattuto, testimoniato e pagato perche’ l’Italia fosse libera, e mi hanno passato il testimone di tanti ricordi e di tanti valori.

Emilio Arisi
Giovedì 4 giugno 2009 - ore 17:00
Piazza Garzetti - Trento

Cocktail della libertà
e conferenza stampa di chiusura della campagna elettorale per le elezioni europee del 6 – 7 giugno
di Sinistra e Libertà
con i candidati
Emilio Arisi e Sepp Kusstatscher

recita poesie di Pablo Neruda - lettrice Chiara Turrini
e musica dei Soliti Noti

Bolzano, piazza piena per Sinistra e Libertà


Discorso sul podio/Podiumsrede
Juan Behrend (Generalsekretär der Europäischen Grünen Partei/Segretario generale del partito verde europeo), Renate Holzeisen (EU-Kandidatin von/candidata di Sinistra e Libertà), Guido Margheri (Sinistra Democratica), Alessandro Bertinazzo (Partito Socialista), Emilio Arisi (EU-Kandidat von/candidato di Sinsitra e Libertà, Trentino), Brigitte Foppa (verdi Grüne Verc), Sepp Kusstatscher (EU-Kandidat von/candidato di Sinsitra e Libertà), vicino al busto di Matteotti
Momenti della festa

Campagna per un Governo europeo ed una Costituzione federale europea

Il sottoscritto Emilio Arisi, candidato nella lista Sinistra e Libertà del Nord Est, si impegna, se eletto al Parlamento europeo, a:
  • promuovere una riforma dell’Unione europea, che istituisca un governo europeo democratico ed efficace, anche tra un gruppo di avanguardia di Stati, nella prospettiva della trasformazione in senso federale dell’Unione europea;
  • promuovere in seno al Parlamento europeo un’iniziativa costituente, che si ispiri alla proposta di Willy Brandt, messa in pratica da Altiero Spinelli (con il progetto di Trattato di Unione europea, approvato dal Parlamento europeo nel 1984), anche utilizzando le indicazioni dell’art. 48 del Trattato di Lisbona, se e quando quest'ultimo entrerà in vigore;
  • far parte dell’Intergruppo federalista nel Parlamento europeo.
Campagna per un Governo europeo ed una Costituzione federale europea
Movimento Federalista Europeo: via Poloni 9 – 37122 Verona – Tel e fax 045 8032194– www.mfe.it

Zoller: i socialisti appoggiano Sinistra e libertà

da l'Adige del 2 giugno 2009

Nicola Zoller, segretario regionale del Partito socialista, invita gli elettori a votare per la lista di «Sinistra e libertà», i cui candidati «s'impegnano per un'Europa utile, solidale, democratica e ecologica, che è possibile, ma che ancora non c'è». Secondo Zoller «la costruzione dell'Unione Europea è stata la scelta più importante compiuta nel nostro continente dal dopoguerra: ha preso vita una nuova realtà, prima solo pensata da personalità illuminate». Per i socialisti «occorre una Costituzione europea con il coinvolgimento diretto dei popoli che valorizzi le culture e le diverse identità, affinché non venga perduta la parte migliore della lunga storia del nostro continente. La democratizzazione dell'Unione Europea (UE) è decisiva perché l'Europa politica sia autorevole e davvero utile ai cittadini. Secondo Zoller, «il Parlamento Europeo è un'istituzione dotata già oggi di reali poteri,in grado di prendere decisioni che pesano nella vita dei cittadini. Purtroppo però anche il Parlamento Europeo viene percepito dai cittadini come lontano ed estraneo, e c'è il pericolo che la partecipazione al voto per l'unico organo veramente democratico della UE sia troppo scarsa».

Una chiacchierata con Emilio Arisi

Arisi: «La crisi per le donne è terribile»

di BRUNO ZORZI da l'Adige del 31 maggio 2009

Emilio Arisi, 66 anni, è un uomo di sinistra perché non potrebbe essere nient'altro che di sinistra. Di mestiere fa il ginecologo (è primario al S.Chiara) e, appena indossato il camice, ha iniziato a battersi per legalizzare l'aborto. «Per togliere una piaga tremenda. Mi ricordo, giovanissimo assistente all'ospedale di Carpi, che tutte le notti arrivava una donna pallida come questa tovaglia con un'emorragia tremenda conseguenza di aborti fatti da praticone contadine. Una tragedia. Con la legge 194 queste cose sono scomparse». Uno che è figlio di «un ciabattino che ha fatto sacrifici per farmi studiare». Uno che ha «anche votato Pci ma che poi ha smesso per non votare Pd».
Candidato alle europee per «Sinistra e libertà»: perché?
«Perché un giorno dello scorso inverno sono venute da me alcune utenti del nostro servizio che mi han detto: dottore accetterebbe la sfida? Ci ho pensato una settimana e ho detto sì».
Lei si dichiara «laico da sempre».
«La laicità vuol dire rispetto per le opinioni e dell'uomo in quanto tale perché è portatore di diritti». Lei però è anche uno che non si preoccupa di dire: sono contro la Chiesa. «Ah sì. L'ultimo mio atto da cattolico è stata l'occupazione del duomo di Parma nel '68».
Perché ce l'ha tanto con la Chiesa?
«Ce l'ho con la Chiesa perché, soprattutto qui in Italia, entra nelle scelte delle persone in modo pervasivo, direi addirittura ossessivo. Pensi all'aborto medico, a quella che viene comunemente chiamata la Ru486. Questo farmaco è stato usato nel mondo da 100 milioni di donne ma qui non si può usare anche se la legge 194 prevede, con lungimiranza, che i medici si debbano adeguare ai progressi scientifici».
L'aborto farmacologico qualche guaio però lo ha creato.
«È vero, qualche guaio c'è stato. Ma ogni attività porta con sé un rischio. Anche andare in bici, per non dire in moto. I vostri giornali sono pieni di gente che perde la vita sulle strade». Caso Berlusconi - Noemi. Il segretario del Pd ha fatto bene o male a dire: «Fareste educare i vostri figli da uno come Berlusconi? «Solo Franceschini poteva dire certe cose».
E su Silvio e Noemi che dice?
«Su questo sono evangelico: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Non mi piacciono tutti questi politici che predicano bene e razzolano male. Il gossip non mi piace. Il presidente del consiglio è un uomo come tutti, però il potere ha un prezzo. L'uomo di potere è limitato nei suoi comportamenti perché il popolo lo guarda, è uno che dà un esempio».
In Italia, si dice, la crisi morde meno che altrove. È d'accordo?
«Macché, tra poco avremo due milioni di persone senza lavoro; le donne, che sono già pagate il 15% in meno degli uomini, stanno sostenendo il prezzo più alto: su di loro pesano le famiglie; c'è carenza di servizi per gli anziani e i bambini e, oltre a tutto questo, sono le prime che restano a casa».
Altro che famiglia al centro.
«Ma non è vero nulla. La famiglia in tutta Europa è molto più aiutata. Comunque, tornando alla crisi economica, le scelleratezze della finanza allegra che abbiamo visto e vissuto in questi anni, le pagano le classi meno abbienti. Le banche, quelle le salvano gli stati». Emigrazione, pochi lo dicono ma l'immigrazione di massa è causata anche da quella che viene chiamata la «bomba demografica».
È d'accordo?
«Il problema demografico è centrale. In Europa siano 715 milioni e nel 2050 saremo 620 milioni. In Africa, invece, nello stesso periodo, la popolazione si triplicherà. Se poi ci aggiungiamo la povertà, le carestie, le guerre, molte delle quali tribali, si capisce che siamo di fronte ad un fenomeno inarrestabile. L'immigrazione non si ferma neppure i cannoni. La miseria è più forte delle armi».
Per questo il controllo della nascite è importante.
«Qualcosa si sta facendo, sono impegnato anch'io con un'associazione di ginecologi. Ma la Chiesa si oppone e il peso del Vaticano sulla mentalità della gente è forte. Faccio un esempio: in Italia il 13.3% delle donne in età fertile prende la pillola. In Francia sono il 33%. Questo perché, da noi, si teme ancora la Chiesa».
L'appello?
«Il voto utile alle Europee non c'è: noi siamo l'alternativa all'appiattimento delle coscienze. Cioè la fine della società».

Il Governo è fermo

Il Governo nega la crisi e ben si guarda dal proporre un progetto per uscirne. Secondo Berlusconi anzi la crisi è colpa di chi ne parla. L’Istat però conferma che l’economia va male, che ampie aree sociali sempre più povere e molte imprese in affanno. Il 25% delle imprese secondo l’Istat va bene, di conseguenza il 75% va male e il bicchiere è vuoto per i 3/4.
Si straparla di interventi multimiliardari per impressionare l’opinione pubblica, ma il governo ha stretto i cordoni della spesa e l’ANCE conferma che è stato erogato meno di un miliardo.
L’occupazione sta diminuendo nel settore pubblico, nel settore privato si perdono centinaia di migliaia di posti di lavoro e c’è chi non trova di meglio che riproporre l’aumento dell’età pensionabile, anche se le pensioni sono state riviste appena 2 anni fa e l’INPS dice che così i conti erano a posto. Come patto generazionale non c’è male mentre le imprese chiedono più cassa integrazione (è un ammortizzatore che garantisce un minimo ai lavoratori) e più prepensionamenti.
Brunetta è impressionante, parla di 500.000 occupati in meno con i toni dei generali per i quali i morti sono numeri e i redditi dei lavoratori sono tanto bassi da essere ormai un vincolo negativo per la domanda interna. L’Italia non riparte se non si da vita ad una strategia di aumento dei redditi da lavoro e da pensione. E’ sbagliato proporre megainvestimenti per costruire centrali nucleari (comprate dall’estero) quando si potrebbe dar vita, Obama docet, ad una green economy basata sulle fonti rinnovabili per creare nuova occupazione qualificata, una condizione ambientale più accettabile e con meno rischi per le persone.
Con questo Governo l’Italia continuerà ad aspettare il treno della ripresa altrui e di rimanere al palo.
Sabato 30 maggio 2009
Ore 16
Largo Carducci – Trento

Incontro degli elettori con i candidati di

Sinistra e Libertà

alle elezioni europee per il collegio Nord est



Lisa Clark
capolista - esponente di ”Beati i costruttori di pace
Emilio Arisi
primario ginecologo - laico da sempre
Sepp Kusstatscher
parlamentare europeo uscente – sempre presente
Renate Holzeisen
avvocato e dottore commercialista - in politica con competenza e passione


Incontro con Lisa Clark

“C’è un’altra economia, quella dei poveri!”

Lisa Clark è stata vicepresidente di un’associazione, i “Beati i costruttori di pace”, che si batte sui temi della pace e della non violenza Si è impegnata in Serbia andando a vivere a Sarajevo, durante la guerra, fino alla la fine dei bombardamenti.
Lisa Clark ha presentato la sua candidatura per Sinistra e Libertà con un’affermazione forte: “Ho camminato dentro le guerre, per portare solidarietà alle popolazioni, per favorire il dialogo tra i popoli, ma anche per denunciare coloro che prendono decisioni in base a cinici ragionamenti di opportunità geopolitiche”. La sua candidatura mette a disposizione un’esperienza importante per dimostrare che nei palazzi della politica si può fare di più in favore della pace. Per Lisa è importante raccontare che gli africani descrivono gli europei come coloro che hanno imparato la lezione di “come vincere sempre, senza aver ragione mai.” e il suo impegno è rivolto a far sì che le donne e gli uomini d’Africa possano vedere comportamenti diversi per costruirsi una diversa opinione su di noi. Un’Europa al passo con i tempi, dovrà costruire un nuovo rapporto con l’Africa, non più da “donatori” o da ispettori coloniali, ma da fratelli e sorelle che si impegnano per una giustizia globale. Le armi che uccidono in Africa sono in gran parte “made in EU”, sono usate per difendere interessi economici europei e le privatizzazioni dei servizi essenziali – acqua, sanità, scuola – sono imposte agli Stati africani dai regolamenti che disciplinano gli aiuti “umanitari”. La cooperazione serve spesso più ai produttori europei che alle donne, agli uomini o ai bambini africani.

Lisa vuole impegnarsi per la realizzazione di un’Europa libera da armi nucleari e si batterà contro il nucleare civile per mettere in luce il nesso inscindibile tra centrali nucleari e bombe atomiche. Porterà dentro il Parlamento Europeo la campagna contro la direttiva del ritorno, contro la rinascita di forme di discriminazione e razzismo e per introdurre un pensiero nonviolento, solidale e di ripudio della guerra. Non saranno le armi, le politiche di riarmo, la costruzione di basi militari a garantire pace e convivenza.

Si batterà per dare legittimità istituzionale agli interventi civili di pace per cui tanto si era speso Alex Langer. Una battaglia difficile ma ineludibile.


Una volta che il meccanismo delle violenza inizia, è difficile scardinarlo

Arisi: «Senza conoscenza non c'è libertà»

da l'Adige del 27 maggio 2009

Il candidato alle prossime elezioni europee per la lista Sinistra e Libertà, Emilio Arisi (nella foto), incontrando gli elettori, ha espresso i diritti per i quali si batterà se venisse eletto. Il diritto alla conoscenza «è sotto attacco perché, da una parte si impedisce alle nuove generazioni un'adeguata istruzione, dall'altra si offrono su un piatto d'argento ai Paesi stranieri cervelli italiani di assoluto valore». Per Arisi «senza conoscenza non c'è libertà». Il diritto al lavoro «deve basarsi su un lavoro vero che dia dignità al lavoratore ed eviti facili ricatti anche da parte della criminalità». Quindi «bisogna garantire un'occupazione ai nostri giovani e garantire il diritto di non morire sul lavoro visto che in Italia ogni giorno muoiono, per questo, tre persone». Inoltre Arisi ha fatto notare come «il 50% delle donne, dopo la nascita di un figlio, non lavorano». Questo «perché non ci sono servizi adeguati che aiutino la donna». Inoltre «il 60% delle donne guadagna meno degli uomini». Il diritto alla salute è il cavallo di battaglia di Arisi che è il direttore dell'Unità operativa di ostetricia e ginecologia del Santa Chiara di Trento. «Le donne devono essere libere di decidere per il proprio corpo». Per il candidato «molti di coloro che ora criticano l'aborto vogliono dimenticare cosa accadeva quando questa legge non c'era, quando c'erano donne che morivano per il fil di ferro nell'utero». Arisi ha poi difeso la contraccezione del giorno dopo ed il preservativo «che è l'unico modo per evitare la trasmissione di malattie come l'Aids» criticando invece la legge 40 sulla fecondazione assistita «che obbliga ad impiantare tre embrioni e così la persona giovane partorisce tre gemelli e quella più anziana non partorisce». A.M.

«Attacco fascista ai nostri manifesti per le europee»

da l'Adige del 27 maggio 2009

Ci risiamo. Mancano pochi giorni a una nuova competizione elettorale (sabato 6 e domenica 7 giugno si vota per le Europee) ed è di nuovo guerra fra i partiti per i manifesti pubblicitari. Da qualche giorno a Trento ignoti hanno coperto con la scritta «Meglio fascisti che froci» parte della propaganda delle liste di sinistra: «Sinistra e libertà», Rifondazione comunista e pure il Partito democratico. Il riferimento, probabilmente, va all'organizzazione di «Universinversi», la seconda edizione del «festival lesbico/ gay/ bisex/ trans/ queer» che si è tenuto nei giorni scorsi a Trento con il sostegno della sinistra trentina. È un nuovo episodio di intolleranza dopo l'aggressione a una militante gay di Rifondazione nella sede del partito da parte di due persone rimaste ignote che l'avevano spintonata urlandole «lesbica». Ne era seguita una manifestazione pubblica organizzata in centro a Trento contro il razzismo e l'omofobia. Ora i manifesti tappezzati con la scritta «fascista», un lavoro «meticoloso», evidentemente compiuto da militanti dell'estrema destra, che viene stigmatizzato da esponenti di sinistra, in primis dal candidato Emilio Arisi, il primario in lizza con «Sinistra e libertà»: «Quel "Meglio fascisti che froci" incollato alla benemeglio sui manifesti da qualche incivile con velleità politiche - scrive in una nota -, si commenterebbe da solo se non rientrasse in tutta una serie di aggressioni nei confronti del "diverso" che hanno interessato in questi giorni la città di Trento. E non a caso le provocazioni si rivolgono verso le formazioni della sinistra che più si dimostrano sensibili a temi quali la tolleranza, la laicità, l'uguaglianza ed i diritti». «Noi - prosegue Arisi - non abbiamo paura, ma non riteniamo nemmeno opportuna un'escalation del confronto politico che sfoci nella violenza. Non è il metodo di confronto politico che abbiamo scelto, ma oggi ad una più attenta vigilanza delle forze dell'ordine è necessario affiancare un nuovo "fronte democratico" per fare uscire il nostro Paese dall'attuale emergenza che proprio sul piano democratico lo investe». Prendono posizione anche Rifondazione, Comunisti Italiani, Socialismo 2000 e Consumatori Uniti che parlano di «un ulteriore attacco di stampo fascista non solo contro la nostra lista, ma contro tutta la società civile e le regole democratiche di svolgimento della campagna elettorale». «La scritta "meglio fascisti che froci" - si prosegue - dimostra disprezzo di stampo omofobo e sessista e totale mancanza di rispetto nei confronti dello svolgimento democratico della campagna elettorale». I partiti denunciano «la bassezza morale e il carattere profondamente violento degli attacchi, figlio di totale mancanza di contenuti politici e di una cultura che celebra l'intolleranza come unico strumento d'azione. In secondo luogo si vuole invitare tutta la comunità trentina a riflettere sullo scarso valore che tali ignoti individui attribuiscono ai principi costituzionali di uguaglianza, dimostrando la piena incapacità di svolgere la loro attività politica entro una cornice democratica».

Ancora l'intolleranza e l'omofobia al centro dell'incursione esplicitamente fascista contro i manifesti per le elezioni europee di Sinistra e Libertà. Quel “Meglio fascisti che froci” incollato alla benemeglio sui manifesti da qualche incivile con velleità politiche, si commenterebbe da solo se non rientrasse in tutta una serie di aggressioni nei confronti del “diverso” che hanno interessato in questi giorni la città di Trento. E non a caso le provocazioni si rivolgono verso le formazioni della sinistra che più si dimostrano sensibili a temi quali la tolleranza, la laicità, l'uguaglianza ed i diritti. Noi non abbiamo paura, ma non riteniamo nemmeno opportuna un’escalation del confronto politico che sfoci nella violenza. Non è il metodo di confronto politico che abbiamo scelto, ma oggi ad una più attenta vigilanza delle forze dell'ordine è necessario affiancare un nuovo “fronte democratico” per fare uscire il nostro Paese dall'attuale emergenza che proprio sul piano democratico lo investe.
Martedì 26 maggio 2009
ore 18
c/o “Il Simposio”
Via Rosmini, Trento

“La salute delle donne:
sessualità, contraccezione, maternità”

Un incontro-conversazione tra il candidato di “Sinistra e Libertà”,
EMILIO ARISI, e le donne.

Introduce
CLAUDIA LORO

Nucleare? No, grazie

In barba al risultato del referendum del 1987, quando gli italiani a grande maggioranza si pronunciarono contro il nucleare, il governo Berlusconi tenta di far passare “sottotraccia” la reintroduzione delle centrali nucleari in Italia attraverso una legge “spezzatino” che contiene di tutto e di più e che ha anche la spudoratezza di non citare questa scelta scellerata nel titolo. È evidente che per Berlusconi e Scajola (Ministro per lo Sviluppo Economico), si tratta soprattutto di fare un grande favore “all’amico Sarkozy”, il quale potrà così piazzare prodotti e tecnologie obsolete. Lo stesso “presidente abbronzato” Obama, va in tutt’altra direzione, e non sarà un caso se da oltre venti anni negli USA i privati non costruiscono più centrali nucleari. Il Governo sostiene tra l’altro una balla colossale sulla presunta “convenienza” del nucleare. Tralasciando che prima di tutto vengono tutela dell’ambiente e salute delle persone, i conti del nucleare sono truccati. La questione delle scorie radioattive, in particolare di quelle di durata fino a centomila anni, ha ad esempio un costo enorme se caricato sugli impianti e non sulla collettività come si vorrebbe fare in realtà, inoltre sottostima di almeno il 50% i costi di costruzione delle centrali e trascura che l’uranio, come il petrolio, è in quantità limitata nel tempo (30-60 anni). E il costo dell’energia? La tabella preparata dal comitato scientifico di Sinistra Democratica, dimostra che il nucleare costa di più di ogni altra fonte. Questo vuol dire che, con buona pace dei conti pubblici, lo Stato dovrà tirare fuori, piaccia o no, miliardi di euro dei cittadini senza i quali i privati non investiranno. Le reazioni e le prese di posizione nel paese (vedi piano Cgil-Lega Ambiente e presidio del Senato), l’improvviso “risveglio” del Pd sulla questione del nucleare (anche se al suo interno permangono componenti filo-nucleari !), e la contrarietà anche di qualche amministratore di centro-destra, fanno ben sperare. Solo con una seria politica nazionale e locale, che promuova l’innovazione e renda più efficiente e sostenibile il modo con cui produciamo l’elettricità e il calore, si muovono le persone e le merci, consumiamo energia negli edifici e produciamo beni, l’Italia riuscirà a dare il suo vero contributo alla lotta ai cambiamenti climatici, rispettando la scadenza del 2020 dell’accordo comunitario 20-20-20 (Ridurre del 20% le emissioni di CO2 del 1990, aumentare al 20% il contributo delle rinnovabili al fabbisogno energetico, ridurre del 20% i consumi energetici).

No a un porcellum al quadrato

I giornali sono pieni di parole pesanti a proposito del referendum e della decisione di votare SI, assunta dal Pd (ma pare anche dall’Italia dei Valori di Di Pietro) . Vannino Chiti esponente di primo piano del Pd chiede di ripensare la posizione assunta e di cambiarla. Un autorevole costituzionalista che aveva appoggiato il referendum a suo tempo, Michele Ainis, scrive che aveva firmato per il referendum ma che ora tutto è cambiato e che lui non voterà. Dunque non siamo solo noi di Sinistra e Libertà a ritenere la posizione del Pd e dell’Idv sbagliata e suicida, anche se nelle settimane scorse quando abbiamo cominciato a dirlo, noi per primi, ci hanno come al solito tirato stracci.
Meglio tardi che mai. E quindi noi insistiamo e tentiamo di portare altri argomenti a sostegno della nostra posizione, sperando che nel frattempo altri e altre rinsaviscano.
Non ci meraviglia che Berlusconi e il Pdl votino Si, infatti se si raggiunge il quorum e vincono i SI Berlusconi avrà, servito su di un piatto d’argento, un premio di maggioranza assoluta al suo partito (non alla sua coalizione com’è adesso) che lo porterà automaticamente al 51% della rappresentanza in parlamento.
Quel che risulta incomprensibile è come mai si siano schierati per il Si i due principali partiti di quella che dovrebbe essere l’“opposizione”. Proviamo ad analizzarne le motivazioni. Noi dicono Franceschini e Di Pietro siamo contro questa legge elettorale (il tristemente famoso Porcellum) e dunque siccome vogliamo cambiarla votiamo Si al referendum perché se vincono i Si la legge sarà troppo sbilanciata e così disordinata che dopo sarà per forza necessario cambiare tutta la legge. Più contorto e autoreferenziale di così il ragionamento non potrebbe essere, non importa nulla che i quesiti referendari mantengano invariate le due cose peggiori della legge (le liste bloccate e un premio di maggioranza esagerato…talmente esagerato che non esiste in nessun paese d’Europa), non importa nulla che Berlusconi abbia detto che se vincono i Si lui sarà ben contento di tenersi la legge così come uscirà dal referendum e che non ha nessuna intenzione di cambiarla. La verità è che l’iniziativa referendaria partita in un contesto diverso da quello attuale si trova oggi a fare i conti con il fatto che nel frattempo sono nati due “partiti” che vorrebbero ridurre al solo confronto tra loro il dibattito politico nel Paese (il cosiddetto bipartitismo forzato) , esperienza traumatica e svilente. Se 24 mesi fa si parlava in questo paese di eccessivo pluralismo di forze politiche, di troppa frammentazione adesso siamo all’opposto, siamo ai partiti unici e al tentativo chiarissimo di abolire qualsiasi pluralismo.
Come faccia il Pd a non vederlo, e a non capire che in questo modo non solo fa un favore a Berlusconi ma mina irrimediabilmente il terreno per future alleanze e per una nuova coalizione che possa sperare di battere il centro destra, resta un mistero!
O meglio un ennesimo e grande errore politico, che si colloca sulla scia della sciagurata scelta che fu chiamata “ dell’autosufficienza del Pd”. Strategia che pareva abbandonata ma che la posizione referendaria del Pd reintroduce nuovamente.
Dopo aver molto dormito, qualche esponente del Pd ha in extremis presentato, la settimana scorsa, una proposta in parlamento per abolire il premio di maggioranza dalla attuale legge elettorale….questa sarebbe una strada che eviterebbe il referendum e toglierebbe alla legge una delle sue parti peggiori. Ma temo non ci sia più il tempo materiale per farlo .
Dunque resta solo una strada chiara e semplice: l’attuale legge elettorale va cambiata ma questo referendum non la cambia, anzi la peggiora. Su questo giudizio nessuno può smentirci. E dal momento che noi vogliamo cambiare radicalmente la legge elettorale vigente -dimezzando il numero dei parlamentari, abolendo le liste bloccate e reintroducendo il voto di preferenza e assumendo come riferimento generale il sistema tedesco- non avalleremo ora , come non abbiamo promosso in passato, un referendum peggiorativo.

Solidarietà alla compagna aggredita

Il fatto è grave. Non si può declassare l’aggressione allo studente perché portava una kefiah a una ragazzata. L’aggressione di sabato sera alla compagna del movimento, se c’era bisogno di una conferma, ci apre gli occhi sul clima politico che sta cambiando anche a Trento. Il confronto politico, da anni, era quasi addomesticato, ma si sa, è una legge della fisica che i vuoti si riempiono. Le posizioni xenofobe di talune forze politiche hanno acceso lo scontro, ora schegge impazzite lo stanno rendendo incandescente. Non si può lasciar passare l’episodio sotto silenzio. Auspicando che le forze dell’ordine svolgano, come qui è sempre successo, con perizia il loro dovere e che la punizione degli aggressori sia esemplare, ritengo sia necessario, perché questi episodi non abbiano a ripetersi, una mobilitazione democratica che confermi che con la violenza non si va da nessuna parte. Esprimo tutta la mia solidarietà alla compagna aggredita e le auguro, come sono certo, una ripresa delle sue attività politiche. Credo però che la guardia non vada abbassata perché come ci ricorda Bertold Brecht: “Il ventre che partorì l'immonda bestia è ancora fecondo”.

Nuovo patto generazionale

Diventare più vecchi di quanto potevano i nostri nonni è certo una benedizione. Il ritiro dal lavoro per dedicarsi a sé stessi, ma molto più spesso agli affetti e ai nipoti, era la parte importante di una vita in tre fasi: formazione, lavoro, pensione.
Sono rimasto però stupito poco tempo fa, quasi mortificato, sentendo la madre di un mio vecchio amico che gli manifestava il disagio che la coglieva nel presentarsi alla cassa del supermercato con la social card. Certo, detto in inglese potrebbe sembrare qualcosa di meglio della qualificazione che da quella tessera di plastica: povero. La signora coglieva e me l’ha trasmessa, una sensazione di vessazione che quella finta carta di credito portava con sé con una perdita quasi di dignità. Essere anziani è già essere un po’ più poveri, ma privare gli anziani più poveri della dignità è una inutile barbarie.
Mi sono trovato a riflettere sul perché non si sono aumentate le pensioni minime e sul perché non si è ricorsi ad altri mezzi senza dover rendere certificare in modo palese lo stato di povertà. Mi sono trovato a riflettere sulla differenza fra giustizia sociale e carità. No, non è questa la strada! Per me è tornato il tempo per chiedere che sia restituito decoro alle pantere grigie, che il patto fra generazioni non abbia a base l’insicurezza dei giovani e la povertà. Per questo mi sono reso disponibile per la candidatura nella lista di Sinistra e Libertà per mi batterò, se sarò eletto, per un vero Stato sociale attento ai diritti e contro un assistenzialismo straccione.

Emilio Arisi

Io mi candido perchè

Mi sono candidato perchè sogno una Italia ed una Europa migliori. Che siano capaci di rispondere al grande bisogno di laicità, di democrazia, di rispetto dei diritti degli uomini e dell’ambiente, che oggi e’ presente nella gente comune.
In particolare ciò che mi ha spinto è la voglia di impegnarmi politicamente su un terreno in cui mi misuro da sempre ed ancora ogni giorno della mia pratica professionale quotidiana di medico ginecologo, e sono i diritti in generale e quelli del genere femminile in particolare. Troppo spesso si tratta di diritti dimenticati e violati.
Penso in questo momento alle problematiche correlate con la pianificazione familiare e con l’attività dei consultori, sempre più frequentemente sottofinanziati, privati di personale, messi nella difficolta’ di fare educazione e prevenzione.
Penso alla contraccezione sempre più spesso attaccata da più punti di vista da persone che tirano fuori la coscienza solo al momento in cui fa loro comodo.
Penso all’aborto, ed alla difficolta’ che le donne oggi incontrano per la grande presenza di obiettori, e per la impossibilita’ di avere l’aborto medico con la RU486 come in tutti gli altri paesi d’Europa. Solo alcuni di noi lo importano personalmente dall’estero per ogni singola donna, con una burocrazia vessatoria e massacrante, capace di dissuadere ogni ginecologo pur volonteroso.
Penso alle problematiche correlate con la fecondazione assistita, sancita dalla legge 40 del 2004, contro la quale tutti i professionisti della salute, ed i ginecologi in particolare, anche attraverso le loro associazioni scientifiche, avevano puntato il dito per una serie di difetti intriseci, che sono stati recentemente sottolineati dalla sentenza della Corte Costituzionale. Le donne e le coppie che ne abbiano bisogno hanno diritto ad avere una seria e responsabile legge per la fecondazione assistita, ed alla luce di questo penso che sia opportuno che l’attuale legge 40 subisca una serie di ritocchi.
Penso ai diritti violati delle donne, che vengono ogni giorno maltrattate e violentate, ed a quelle che subiscono mutilazioni genitali, e sono decine di milioni di giovanissime al mondo. Molte di queste sono figlie di emigrati in Europa, che tornano al loro paese d’origine per subire queste procedure.
Penso al diritto al lavoro delle donne, sempre le prime a subire la crisi.
Soprattutto mi sono candidato perche’ vorrei una pratica politica quotidiana, che sia a contatto diretto con i problemi della gente, quella che lavora e che perde il posto di lavoro, una pratica politica che sia a contatto con i giovani che oggi studiano e non trovano uno sbocco lavorativo, con i precari che non riusciranno con questa crisi economica drammatica a stabilizzare le loro posizioni, con i nostri cervelli che sono costretti ad emigrare per fare ricerca, soprattutto mi candido perché vorrei fare in modo che si diffonda sempre di più la pulizia delle coscienze in coloro che fanno politica.
Ecco sono uno che sogna il rispetto dei diritti umani, la laicita’ dello stato, una democrazia partecipata, un lavoro per i nostri figli, una pensione degna per i nostri pensionati, e guardo con fiducia alla possibilita’ che Sinistra e Liberta’ trasformi tutto questo in agire politico. Per tutto questo sono pronto a continuare il mio impegno.
Mercoledì 6 maggio 2009
ore 20,30
Sala video del Centro S. Chiara di Trento
Corso 3 novembre

Presentazione del libro


Ripartire da Prodi
ANDARE OLTRE LA SCONFITTA


Conversazione con
Alfiero Grandi


a cura di Giuseppe Ciliberto


La grande rimozione. Le primarie e le speranze deluse del 2006. Fare tesoro dell’esperienza. Un errore rivelatore. Crisi dell’Unione e nascita del Partito democratico: andare da soli?


Casa editrice Ediesse



Introduce:

Ferruccio Demadonna

Intervengono:

Emilio Arisi
Sinistra e Libertà – Trento

Renate Holzeisen
Sinistra e Libertà – Bolzano

Gennaro Migliore
Movimento per la sinistra

Partecipa:

Alfiero Grandi

autore del libro, già sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze nel secondo Governo Prodi

- a cura del movimento Sinistra Democratica -