Solidarietà alla compagna aggredita

Il fatto è grave. Non si può declassare l’aggressione allo studente perché portava una kefiah a una ragazzata. L’aggressione di sabato sera alla compagna del movimento, se c’era bisogno di una conferma, ci apre gli occhi sul clima politico che sta cambiando anche a Trento. Il confronto politico, da anni, era quasi addomesticato, ma si sa, è una legge della fisica che i vuoti si riempiono. Le posizioni xenofobe di talune forze politiche hanno acceso lo scontro, ora schegge impazzite lo stanno rendendo incandescente. Non si può lasciar passare l’episodio sotto silenzio. Auspicando che le forze dell’ordine svolgano, come qui è sempre successo, con perizia il loro dovere e che la punizione degli aggressori sia esemplare, ritengo sia necessario, perché questi episodi non abbiano a ripetersi, una mobilitazione democratica che confermi che con la violenza non si va da nessuna parte. Esprimo tutta la mia solidarietà alla compagna aggredita e le auguro, come sono certo, una ripresa delle sue attività politiche. Credo però che la guardia non vada abbassata perché come ci ricorda Bertold Brecht: “Il ventre che partorì l'immonda bestia è ancora fecondo”.

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