Il Governo è fermo

Il Governo nega la crisi e ben si guarda dal proporre un progetto per uscirne. Secondo Berlusconi anzi la crisi è colpa di chi ne parla. L’Istat però conferma che l’economia va male, che ampie aree sociali sempre più povere e molte imprese in affanno. Il 25% delle imprese secondo l’Istat va bene, di conseguenza il 75% va male e il bicchiere è vuoto per i 3/4.
Si straparla di interventi multimiliardari per impressionare l’opinione pubblica, ma il governo ha stretto i cordoni della spesa e l’ANCE conferma che è stato erogato meno di un miliardo.
L’occupazione sta diminuendo nel settore pubblico, nel settore privato si perdono centinaia di migliaia di posti di lavoro e c’è chi non trova di meglio che riproporre l’aumento dell’età pensionabile, anche se le pensioni sono state riviste appena 2 anni fa e l’INPS dice che così i conti erano a posto. Come patto generazionale non c’è male mentre le imprese chiedono più cassa integrazione (è un ammortizzatore che garantisce un minimo ai lavoratori) e più prepensionamenti.
Brunetta è impressionante, parla di 500.000 occupati in meno con i toni dei generali per i quali i morti sono numeri e i redditi dei lavoratori sono tanto bassi da essere ormai un vincolo negativo per la domanda interna. L’Italia non riparte se non si da vita ad una strategia di aumento dei redditi da lavoro e da pensione. E’ sbagliato proporre megainvestimenti per costruire centrali nucleari (comprate dall’estero) quando si potrebbe dar vita, Obama docet, ad una green economy basata sulle fonti rinnovabili per creare nuova occupazione qualificata, una condizione ambientale più accettabile e con meno rischi per le persone.
Con questo Governo l’Italia continuerà ad aspettare il treno della ripresa altrui e di rimanere al palo.

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